I parassiti intestinali sono un’infestazione molto frequente nei nostri amici a quattro zampe, sono di solito ben riconoscibili e facili da curare e prevenire.
Possiamo catalogarli in protozoi (organismi unicellulari microscopici) e vermi che possono essere tondi (nematodi) o piatti (cestodi o tenie).
Tra i protozoi abbiamo la giardia, una delle infestazioni più frequenti ed importanti, si attacca alle pareti intestinali impedendo il corretto assorbimento delle sostanze nutritive, può essere passata anche all’uomo e nella maggior parte dei casi non provoca sintomi ne problemi.
Anche i coccidi possono essere trasmessi al genere umano, causano coccidosi che è molto contagiosa, nelle zone con un clima umido e caldo la diffusione è più facile.
La fama del toxoplasma gondii lo precede, può causare la nota toxoplasmosi, pericolosissima se contratta in gravidanza, soprattutto nei primi 3 mesi, il rischio è di passare la malattia al feto e causare danni irreparabili: aborto spontaneo, morte del feto nell’utero, malformazioni, disabilità e gravi disturbi tra cui epilessia, ittero, cecità, idrocefalia, ritardo cognitivo, ingrossamento abnorme di fegato e milza.
Questo protozoo ha un ciclo vitale molto complesso suddiviso in 2 parti, la fase intestinale riguarda solo i nostri amici felini, il gatto portatore espelle tramite feci le uova nell’ambiente esterno in cui si sviluppano poi i parassiti oocisti, che possono infettare anche gli altri animali, questa fase è detta extraintestinale; di conseguenza se un micio mangia la carne di un altro animale infetto o se ha contatto con le larve del toxoplasma gondii espulse da un suo simile allora anche egli contrarrà il parassita e diventerà portatore.
Ci son diversi tipi di vermi intestinali tondi (nematodi): ascaridi, ancylostomi, strongyloidi, tricuridi.
I primi sono vermi lunghi e sottili, possono infestare cane e gatto, vivono nell’intestino e rilasciano le loro uova nelle feci per contaminare l’ambiente esterno, allo stadio larvale passano attraverso la placenta infestando i cuccioli, spesso nelle madri sono presenti sottoforma di cisti e si risvegliano per mutamenti del corpo indotti dallo stato di gravidanza; gli ascaridi possono provocare all’uomo la toxocariasi, le larve si localizzano nell’occhio del bambino provocando cecità, questa malattia si può contrarre a seguito dell’ingestione involontaria delle sue uova, succede principalmente ai bambini in un età compresa tra 1 e 3 anni, che mettono le mani in bocca dopo aver toccato terreno o feci contaminate, oppure tramite il pelo degli animali infetti che leccandosi lo contaminano con la saliva, se presa in gravidanza la toxocariasi passa al feto.
Gli ancylostomi sono dei vermiciattoli più corti di 2 cm, dispongono di un piccolo uncino con cui si attaccano alla parete intestinale, depositano le uova nelle feci per infestare l’ambiente esterno; possono essere assunti tramite via orale o cutanea, soprattutto tramite i cuscinetti plantari perchè le loro larve si localizzano nel verde, l’infezione può passare al feto tramite placenta; anche questo parassita è pericoloso per il corpo umano, se infestato delle sue uova può presentare la larva migrans cutanea, essa si sviluppa attraverso la pelle causando lesioni pruritose ed irritazioni, i bambini sono più soggetti degli adulti perchè è più probabile che ne vengano a contatto giocando in terra e sabbia contaminata.
Gli strongyloidi sono dei vermi che si trasmettono per via percutanea, da larve presenti nel terreno e come molti suoi simili infestano le feci dell’ospite con le uova.
I tricuridi sono tra i parassiti intestinali più comuni, anche loro depositano le uova nelle feci, infestano soprattutto i luoghi molto frequentati dai cani e possono resitere per anni nell’ambiente colonizzato prima di esser debellati! Nei canili per contrastare il problema bisognerebbe sverminare tutti gli ospiti ogni 2-3 mesi.
Parliamo ora dei vermi piatti (cestodi), meglio noti come tenie, la particolarità di questi organismi è di avere una testa ad uncino con la quale si attaccano alla parete intestinale ed un collo da cui il verme forma segmenti, quelli più lontani dalla testa contengono uova e si staccano nelle feci per infestare l’esterno; ne esistono di 2 specie: l’echinococco (echinococcus granulosus) ed il dipylidium caninum.
Il primo è innocuo per il cane che ne diventa l’ospite definitivo, è più dannoso per l’uomo che può essere ospite intermedio, lo si può contrarre toccando terra o vegetali infestati da uova e mangiando vegetali crudi e contaminati; questo parassita attraversa la parete addominale ed entra nel circolo ematico, infetta il sangue e può causare idatidosi, in sostanza le larve formano delle cisti, inizialmente il processo è asintomatico ma poi le cisti si ingrossano, possono essere anche mortali a seconda dell’organo in cui si sviluppano (cervello, fegato, reni, polmoni…), la rottura può essere fatale e sono rimovibili solo chirurgicamente.
Il dipylidium caninum, ricorda molto il “verme solitario” dell’essere umano, questa tenia può raggiungere i 60 cm di lunghezza ed è trasmessa dalle pulci soprattutto nella stagione calda (periodo appunto in cui queste compaiono).
Tutti questi parassiti intestinali come possono esser presi dai nostri animali domestici e come possiamo prevenirli?
Se permettete ai vostri cari amici di vivere all’esterno in libertà, potrebbe accadere che mangino ospiti intermedi:roditori, uccelli o piccoli mammiferi (conigli, topi, talpe…); se mangiano molluschi possono contrarre anche altri tipi di parassiti molto particolari; inoltre i gatti randagi infestano il terreno e se i nostri pelosi entrano in contatto con questi o con la terra contaminata il contagio è abbastanza probabile.
Il cibo può essere un canale di trasmissione, se nutrite il vostro compagno peloso con alimenti crudi o seguite il metodo BARF, assicuratevi che la carne utilizzata sia stata abbattuta nel modo corretto e che non sia avariata, prestate attenzione alla qualità degli ingredienti, in ogni caso se siete abituati a queste pratiche consiglio di procedere con un trattamento sverminante almeno ogni 6 mesi; le crocchette e il preparato cotto (dieta casalinga) sono un buon sistema per prevenire questo problema, ma assicuratevi che la dieta scelta sia bilanciata e salutare.
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Gli animali che vivono in canile-gattile ed i cani da caccia, per gli ambienti che frequentano, sono molto più soggetti a contrarre i parassiti, bisogna in questi casi prestare una maggiore attenzione al problema e appunto sverminare con una frequenza maggiore.
Capita molto spesso come abbiamo già detto che i cuccioli siano già infettati dalla madre attraverso sangue e placenta o che succeda durante l’allattamento; infatti è consigliabile sverminarli il prima possibile, inoltre chi segue la gravidanza dovrebbe fare un trattamento alla riproduttrice 2 o 3 giorni prima della monta, ripetere la procedura 10-15 giorni prima del parto e 15-20 giorni dopo, successivamente sverminarla ancora ogni 2 settimane durante tutto il periodo dell’allattamento per prevenire la presenza dei parassiti nella prole.
Ci sono delle piccole abitudini che riducono ulteriormente le possibilità di contrarre un’infezione di questo tipo: raccogliere le feci per evitare infestazioni dei terreni, evitare assolutamente di far sporcare in aree gioco per bambini; non permettere al tuo cane di leccare o ingoiare corpi estranei quando si è a spasso, soprattutto le feci di un altro animale e potenziali prede; eseguire i classici interventi antiparassitari per pulci e zecche; non svuotare la cassetta del gatto contenente le feci nello scarico o nei compost.
Come possiamo accorgerci se il nostro amato peloso è affetto da parassiti intestinali? Quali sono i sintomi?
C’è da premettere che se il soggetto è in salute e la sua flora intestinale biologica è resistente l’infezione, soprattutto se leggera, passerà inosservata; diversamente ci possono essere problemi nelle feci, che sarebbe bene tener sempre controllate: la diarrea frequente con tracce di sangue è dovuta alla presenza dell’ancylostoma; anche trovare vermi nelle deiezioni è un ovvio segnale.
Se il cane si gratta l’ano, strisciandolo per terra, ha una probabile infestazione da tenie, le proglottidi (i segmenti rilasciati nelle feci) sono pruriginosi; osservando zona anale si può notare la presenza di piccoli segmenti bianchi, altro chiaro segno di presenze indesiderate.
Nel caso in cui l’addome si gonfia diventando a botte (capita soprattutto nei cuccioli), c’è una probabile infestazione di ascaridi, questo è generalmente accompagnato da una forte alitosi; altro sintomo sospetto può essere un dimagrimento, una perdita di peso (non riuscendo ad assimilare bene i nutrimenti).
Se le infestazioni sono croniche e non vengono mai curate provocano gravi conseguenze: anemia (riconoscibile perchè le mucose potrebbero diventare più chiare), vomito, inappetenza, disidratazione, astenia (un senso di mancanza fisica).
La toxoplasmosi intestinale del gatto e l’echinococcosi non presentano alcun sintomo.
Diagnosticare con certezza un’infestazione da parassiti è molto semplice, viene eseguita una coproscopia, le feci vengono esaminate al microscopio da un esperto, vi raccomando caldamente di affidarvi al vostro veterinario di fiducia, che saprà individuare la specie a cui appartiene l’eventuale intruso e indicarvi la corretta via per la guarigione. Chiedete consiglio al veterinario anche per i trattamenti farmacologici preventivi e per le procedure di sverminamento e frequenza delle stesse.