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Il valore di avere un cane ai tempi del corona virus

Sono sempre stata felice di aver un cane, (anzi due!), perché hanno un potere speciale e quanto segue lo dimostra.

Il Corona virus è particolarmente incisivo con la persona anziana e/o con pregresse patologie come: disturbi cardiovascolari, respiratori, oncologici e di immunodeficienza.

James Bossard nel 1944, elencava tredici vantaggi psicologici del possedere un cane, tra i quali l’animale come mezzo di soddisfacimento dei bisogni dell’Io del proprietario e fonte di aiuto sociale e di affetto incondizionato. Inoltre, l’autore ne sottolinea il ruolo nel processo di crescita e di apprendimento dei bambini, definendolo come agente di promozione e di benessere mentale.

Negli anni successivi Levinson, con diverse pubblicazioni, ipotizza il cane come sostegno affettivo a bambini, anziani e categorie deboli.

Molti sono i rilievi epidemiologici o sperimentali presenti in letteratura, riguardanti il sistema cardio-circolatorio. È degli anni Ottanta lo studio di Erika Friedmann su persone che hanno superato un infarto cardiaco, in cui si rivela l’esistenza di una correlazione positiva tra la loro sopravvivenza e l’avere animali da compagnia. Si è visto che la presenza di un pet provoca un abbassamento della pressione del sangue, diversamente da quando si parla e si discute con un essere umano. La mancanza di competitività e il senso di compagnia e di sicurezza dato da un animale, con il quale vi è un’antica amicizia, riducono la pressione del sangue e questo può contribuire a ridurre l’uso dei farmaci. Inoltre, nel caso il pet sia un cane, vi è la necessità di fare moto per portarlo a spasso ed è ben nota l’importanza di un moto moderato quotidiano nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie e nel recupero dopo un infarto. Studiosi australiani, (Anderson et al., 1992), dimostrano che i proprietari di animali da compagnia, oltre ad avere una pressione sanguigna più bassa, hanno anche livelli di colesterolo e trigliceridi significativamente inferiori rispetto a chi non possiede animali. Si è visto che la presenza di animali familiari migliora lo stato psichico degli anziani, innalzando il morale, nonché quello fisico e motorio, Kaamura, Niyama e Niiyama, 2006). Nel 1975 le osservazioni condotte nello Yorkshire da Mugford e M’Comiski dimostrarono la netta differenza, in termini di qualità della vita, tra anziani possessori di animali e non. Un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 febbraio 2003 (Gazz. Uff. del 4.3.2003 n. 52) che recepisce l’accordo tra il Ministero della salute, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano del 6 febbraio 2003 (Gazz. Uff. n. 51 del 3.3.2003), al fine di utilizzare e promuovere la Pet Therapy per la cura di anziani e bambini su tutto il territorio nazionale. La Pet Therapy storicamente consisteva nel lavoro di cura dell’animale come opportunità per essere riportati alla ragione, (terapia occupazionale). Furono Nightingale 1859 Bethel 1967 a dare valore all’aspetto relazionale con l’animale e alla sua capacità di riattivare o potenziare competenze deficitarie. Non è al lavoro con l’animale che è attribuita la valenza terapeutica, ma alla relazione con esso, della quale iniziano ad essere riconosciuti i benefici, motori ma anche psicologici, come ebbe modo di rilevare, tra i primi, la celebre Florence Nightingale (1859), raccomandando l’interazione con gli animali soprattutto ai pazienti cronici, per ottenere un miglioramento del tono dell’umore.

Seppur già Freud avesse intuito il beneficio del cane in terapia coinvolgendo la sua chow-chow Jo-fi, fu Boris Levinson nel 1969 a dare il nome “PeT Therapy” agli intereventi assistiti, dopo aver notato che il suo cane jingle fungeva da mediatore relazionale in terapia.

Dato il delicato momento che attraversiamo, è doveroso ricordare che furono eventi terribili come la guerra a spingere l’uomo a cercare e ritrovare conforto nella relazione con gli animali.

Dal dopoguerra ad oggi numerosi studi mostrano che possedere un pet può fungere da modulatore di fronte agli eventi stressanti della vita, abbassando la pressione sanguigna, il battito cardiaco, stimolando il rilassamento muscolare.

L’interazione con il cane aumenta i livelli di betaendorfine , prolattina, cortisolo, ossicitina e dopamina indicativi di uno stato di benessere e di assenza di stress.

A parità di stile di vita e condotta, i possessori di animali sono meno soggetti a rischio coronarico rispetto ai non possessori.

Altri studi hanno rilevato la valenza degli interventi assistiti con gli animali in ambiti quali: la salute fisica, mentale, la socializzazione, l’autostima, la pediatria, l’oncologia, la geriatria, l’autismo, le differenze di apprendimento, i disturbi del sonno, diverse forme di prevenzione la detenzione e il lutto.

In particolare il cane sarebbe:

  1. fonte di aiuto sociale
  2. agente di promozione di benessere
  3. facilitatore nella comunicazione verbale
  4. riduttore di atteggiamenti difensivi
  5. sostegno affettivo a bambini, anziani e categorie deboli
  6. mediatore e facilitatore del processo terapeutico

Nel prossimo articolo spero di potervi accompagnare in un viaggio alla scoperta della valenza dl potere del cane in un ambito specifico di quelli sopradetti.

Dr. Figus Giorgiana laureata in scienze psicologiche e magistrale in Psicologia Clinica.

Addestratore ENCI Sez. 1° per cani da utilità, compagnia, agility e sport ai sensi del D.M. n. 6352 del 21.3.2011 – Iscrizione all’albo n° 546. Tutor  DSA/ADHD. Arte-terapeuta registro 7718718-2018. DTP Dog training professional e Assistance Dog Training Professional (DTP – A) certificato ISO/IEC 17024, n. 378. Istruttore Cinofilo Il Biancospino Trainer di Agility, Retrieving, Mondioring e Ricerca persone e veleni. Educatore cinofilo l’Allegra Cagnara (patrocinato ENPA BG). Coadiutore del cane e Responsabile di attività in Interventi Assistiti con gli animali d’affezione, formato presso il centro di referenza nazionale; https://digitalpet.it/operatori/dettaglio?id=329

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